fbpx

Il mercato dell’acconciatura in Italia raggiunge un fatturato di 7,3 miliardi anno. Stiamo parlando di mezzo punto di PIL.

È un settore in espansione che coinvolge più di 190 mila unità in 90 mila saloni distribuiti su tutto il territorio nazionale: tradotto, circa il 2,2 % delle piccole e medie imprese italiane.
Non solo, dalle statistiche risulta essere un bel mestiere “affascinante e appagante” per 3 italiani su 4.

Secondo una ricerca effettuata da L’Oréal Italia si tratta un mercato vitale, ma la professione del parrucchiere e il suo peso economico è conosciuto solo dal 50% degli italiani.

Un settore in continua evoluzione per gli addetti ai lavori. Risulta inoltre che l’86% dei parrucchieri adulti è “molto soddisfatto della propria professione e la percentuale sale a oltre il 90% quando si tratta di giovani”.

Quanto guadagna un parrucchiere in Italia? I dati parlano chiaro e ci sono buone notizie.

Secondo gli ultimi dati di Cosmetica Italia il 2018 si è chiuso con un giro d’affari di oltre 580 milioni di euro, in aumento dell’1,8% grazie anche ai prezzi dei servizi che hanno ripreso a salire in media del 3% rispetto al 2017.

Venendo ai numeri, lo stipendio di un parrucchiere varia in base a vari fattori: uno fra tutti è l’esperienza. Se, infatti, un apprendista parte da uno stipendio medio di 700 euro, un professionista con molti anni di carriera può superare abbondantemente i 2000 euro.

Se poi si sceglie di mettersi in proprio le cifre possono raggiungere livelli ben più elevati. In questo caso, i guadagni non sono vincolati da un contratto e tutto dipende dunque dalla fama e dal giro di clienti che il parrucchiere riesce a crearsi.
In questo caso, è possibile superare anche le 2.500 euro mensili specie se ci si specializza in alcuni servizi come ad esempio le acconciature per i matrimoni.

Differenze con gli altri paesi: dove guadagnano di più i parrucchieri?

Come si può facilmente intuire, così come in altri settori, anche per quanto riguarda il settore dei parrucchieri esistono differenze di guadagni tra Italia e altri paesi.

Per restare in Europa ad esempio, un parrucchiere in Svizzera può arrivare a guadagnare agevolmente fino a 3.760 euro al mese.

Se poi rivolgessimo lo sguardo oltreoceano, le cifre assumono altre proporzioni.
Le entrate medie di un salone da parrucchiere possono arrivare anche fino a 245.000 dollari. Mentre le entrate totali annue del settore dell’hair style negli Stati Uniti sono di 63 miliardi di dollari.

Si tratta di un dato che fa impallidire in numeri italiani, ma c’è da considerare anche che si tratta di un mercato più ampio e diverso. E, non meno importante, di un ambiente in cui l’attenzione per la propria immagine è evidentemente maggiore che nel nostro paese e trascinato da altri settori industriali: si pensi, ad esempio, ad Hollywood e all’influenza che esercita tutto lo Star System.

Ad ogni modo, tornando alle cifre, il margine di profitto medio di un salone è dell’8,2%, il che consente al salone medio di generare circa 19.100 dollari di profitto annuo.

Le entrate del salone, inoltre, non provengono solo dai servizi offerti, ma anche dai prodotti che vengono venduti all’interno del salone e che possono costituire una grossa fetta delle entrate per la propria attività.

Negli USA la vendita al dettaglio all’interno del proprio salone costituisce un modo estremamente efficace per aumentare i guadagni: infatti il margine medio per i prodotti del salone professionale è del 50%.

 

I parrucchieri e l’INPS: quante tasse pagano i parrucchieri in Italia?

Sappiamo tutti purtroppo che quando si parla di tasse, l’Italia non è certo il paradiso. Ma ci sono, tuttavia, buone notizie.
Le aliquote contributive per il 2017 sono state pari al 24 % del reddito ma sono previste alcune agevolazioni:

  • gli artigiani con più di 65 anni già pensionati godono di una riduzione del 50%;
  • gli artigiani con meno di 21 anni godono di una aliquota agevolata al 20,55%;
  • gli artigiani che adottano il regime forfettario godono di una riduzione del 35%.

Partiamo proprio da quest’ultimo punto. Prendiamo quindi in considerazione il caso di un parrucchiere la cui posizione fiscale è in regime forfettario.

Per avere accesso al regime forfettario, i suoi compensi, non devono superare i 65.000 euro nel periodo d’imposta considerato. La caratteristica del regime forfettario è che la base imponibile su cui calcolare l’imposta sostitutiva si determina, appunto, a forfait. Attenzione, questo significa non effettuare un’analisi attenta delle spese effettive dell’attività.

Se i compensi superano i 65.000 euro annui dovrai adottare il regime fiscale semplificato l’anno successivo. Il regime fiscale semplificato è un regime analitico basato sulla somma algebrica delle entrate da compensi al netto delle uscite da costi inerenti l’attività.

Facciamo un esempio: supponiamo che nel corso dell’anno un parrucchiere professionista incassi 20.000 euro.
Nella tabellina trovi sia il calcolo delle imposte sui redditi sia il totale dei contributi da versare all’INPS.
Quindi:

  • Volume affari 2018: 20.000 euro
  • Coefficiente redditività: 67%
  • Reddito imponibile: 13.400 euro
  • Imposte sui redditi: 670 € (13.400 x 5%)
  • Contributi INPS: 2.484,41 euro

Come si può constatare, il coefficiente di redditività è pari al 67%.

Farcela in un settore molto competitivo: quanto puoi guadagnare col tuo salone da parrucchiere e come stabilire il giusto prezzo?

La panoramica che abbiamo fatto fino ad ora ci ha fornito il quadro di un settore che cresce, certo, ma che comunque diventa sempre più competitivo. A questo, bisogna aggiungere la presenza di concorrenza straniera e, spesso, di quella in nero che gioca sul taglio dei costi per risultare più competitiva.

Cosa puoi fare dunque per far fiorire la tua attività di parrucchiere e non essere costretto ad inseguire gli altri in una spirale di abbassamento dei prezzi?

Bene, per prima cosa, devi differenziarti: questo significa qualità prima di tutto. I tuoi clienti dovranno trovare nel tuo salone quello che nessun altro può fornire, una esperienza unica.

Adottando questo approccio non dovrai per forza focalizzarti sul prezzo: anzi potresti anche alzare i tuoi prezzi (e aumentare così i tuoi guadagni) se fornisci un servizio unico.

  1. Investi quindi in prodotti e forniture di qualità eccellente sia per quanto riguarda il tuo salone (design, arredamento, strumenti) sia per quanto riguarda i prodotti che proporrai al tuo cliente.
    Un cliente che cerca un servizio professionale di alto livello, che presta attenzione alla cura della propria immagine, apprezzerà e premierà la scelta di questo approccio che avrai adottato.
  2. Serve in secondo luogo un cambio di prospettiva: da “artigiano”, il parrucchiere deve diventare un imprenditore a tutti gli effetti. (leggi questa guida). Questo significa non smettere mai di formarsi e diventare abili comunicatori. E quando parliamo di formazione non parliamo solo di tecnica, ma, appunto, anche dell’acquisizione degli strumenti di comunicazione giusti.
    Oggi, nell’era dei social networks, un parrucchiere ha molte armi a sua disposizione per comunicare i propri punti di forza al proprio pubblico. La conoscenza, se non proprio la padronanza, di tali strumenti ti permetterà di farti notare ed emergere in un ambiente che diventa ogni anno più ricco di competitors.

Ricorda, la ricerca della qualità e la giusta strategia di comunicazione ti aiuteranno a far fiorire la tua attività.

Pensi che le cifre corrispondano all’impegno che un parrucchiere ha svolgendo la sua mansione? Come potrebbe migliorare il guadagno per il settore?